Come tanti e tante coetanee che vivono l’esperienza universitaria in Italia, ho parecchie cose negative da fare notare. Primo fra tutti, lo spropositato costo delle rette. Nel frattempo le aule cadono letteralmente a pezzi (come è successo al Politecnico di Milano, sede Bovisa), e i professori sono svogliati e poco disponibili (li pagheranno poco?). Poi: abbiamo libri con costi davvero eccessivi (per materie scientifiche, vuoi per le immagini, vuoi per il numero di pagine, si arriva anche a pagare più di 100 euro cadauno!!). Inoltre abbiamo orari di lezione stratosferici in alcune facoltà che non lasciano il tempo né di studiare né di avere una vita sociale (forse anche per questo i professori sono scazzati a loro volta?). Da ultimo, ovviamente le strumentazioni sono obsolete e molto spesso rotte e inusabili.
Molte volte tra noi ci troviamo a condividere questo pensiero: in paesi come la Francia, per esempio, l’università costa molto meno, e gli studenti hanno un reddito erogato dallo stato che consente loro di mantenersi anche fuori casa.
Gli studenti italiani, se avessero agevolazioni di questo tipo, vivrebbero volentieri fuori dalla famiglia. Siamo tutt'altro che “mammoni”! Il punto è che se devi studiare e vuoi vivere per i fatti tuoi, devi obbligatoriamente lavorare almeno part-time tutti i giorni (e già qualche lavoretto lo devi comunque fare per pagarti le uscite con gli amici). Dunque inviterei la politica a ragionare seriamente su questi temi! Arrivederci.