Rubrica settimanale su eventi e fatti in Sicilia -a cura RedazionePA-
Non Una di Meno di Catania: Campagna #RiapriamoilSantoBambino
Non Una di Meno di Catania: Campagna #RiapriamoilSantoBambino
Ponte dello stretto: "nuova" relazione del governo. La narrazione del nulla
Palermo con la Palestina. Due giornate di solidarietà: Stop al massacro!
Regressione ecologica: Eni, trivelle e bioraffinerie
Palermo: in piazza contro la lega c'eravamo tutt*! Solidarietà ad Annalisa
Presentazione del libro “Aquí se Funda un país” Viaggio nella rivolta del Cile
Sicilie Zapatiste. Mostra Fotografica: Volti e Voci dal Chiapas
Con il popolo palestinese. Catania per Sheikh Jarra
Con il popolo palestinese. Catania per Sheikh Jarra
Proroga bonus decreto sostegni – Contatta sportello Slang
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Non Una di Meno di Catania: Campagna #RiapriamoilSantoBambino
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Non Una di Meno di Catania: Campagna #RiapriamoilSantoBambino
Dopo l’assemblea di sabato u.s., segnalata anche dal nostro bloc-news , presidio di NUDM
Ieri ci siamo riunite fuori al Santo Bambino nel rispetto delle norme covid e di tutte e tutti quelli che abitano quel luogo. Avremmo voluto riunirci nel giardino, rivendicando quello spazio come bene collettivo e all’insegna della cura reciproca e dei soggetti più fragili: non ce l’hanno concesso questa volta, ma non molliamo. Continueremo a costruire spazi femministi in questa città!
Abbiamo fatto un esercizio di immaginazione insieme: cosa vogliamo dentro quelle mura svuotate e sottratte a noi tutte e tuttu?
Vogliamo un potenziamento dei servizi consultoriali, vogliamo un consultorio delle donne e per le donne, non un ambulatorio senza mezzi adeguati e con personale insufficiente e sovraccaricato di lavoro, vogliamo il ripristino dell’ospedale gineco ostetrico, vogliamo asssistenza medica, ginecologica, psicologica, vogliamo un luogo per tutt*, un luogo sicuro, accogliente, senza obiettori, un punto di riferimento per chi subisce violenza, vogliamo educazione sessuale, educazione al piacere e al consenso, vogliamo la RU486, vogliamo un luogo in cui non veniamo stigmatizzate se decidiamo di abortire, un luogo che supporti la nostra genitorialità, che guardi alle esigenze delle donne a 360° e nelle diverse fasi della vita, che sia uno spazio di ascolto, comprensione aiuto, uno spazio sburocratizzato, inclusivo, che orienti e aiuti senza giudicare… vogliamo un LUOGO FEMMINISTA
Abbiamo raccolto i nostri desideri, abbiamo costruito insieme il nostro immaginario. Più di tutto, però, vogliamo continuare ad attraversare questo spazio, per questo continueremo a richiedere la possibilità di riunirci in giardino e, se ce lo negheranno, continueremo a riunirci nello spazio antistante.
Perché vogliamo tutto e non ci arrenderemo
Grazie a tutte, tuttu e tutti per la partecipazione, le idee, la cooperazione collettiva. La città è nostra e di tutte e tutti coloro che vogliono costruire insieme spazi di liberazione e autodeterminazione
Grazie a tutte, tuttu e tutti per la partecipazione, le idee, la cooperazione collettiva. La città è nostra e di tutte e tutti coloro che vogliono costruire insieme spazi di liberazione e autodeterminazione
Ponte dello stretto: “nuova” relazione del governo. La narrazione del nulla
Dalla nota–Rete No Ponte due considerazioni sul “pensiero unico della sostenibilità del Ponte di Messina”:
1) nonostante sia stata esaltata da tutti gli organi di stampa e da (quasi) tutte le forze politiche parlamentari, dubitiamo che qualcuno abbia davvero letto passo per passo la Relazione del gruppo di lavoro nominato (e pagato) dal Ministero delle Infrastrutture (la relazione dice proprio tutto quello che i No Ponte hanno sostenuto in questi decenni sull’insostenibilità ingegneristico-strutturale, economica, e ambientale del manufatto tra Scilla e Cariddi). E per ovviare al totale fallimento del progetto già costato mezzo miliardo di euro, i tecnici lanciano l’idea-affare di riscrivere il progetto trasferendo i piloni del Ponte in pieno centro città di Messina (zona falcata). Ovviamente il “nuovo” Ponte a una-due-tre campate sarà solo a carico del settore pubblico perché NESSUN privato mai scommetterà un solo cent per un’opera del tutto inutile e irrealizzabile (lo pensano i costruttori e le banche non solo i No Ponte);
2) i dotti-medici-e-sapienti del ministero preferiscono soprassedere sui tempi e i costi finali e soprattutto rinviano sine die di stimare quanto costerà ad auto, camion treni e passeggeri attraversare l’ «Ottava Meraviglia del Mondo». Forse per non turbare l’opinione pubblica convertita a suon di menzogne al “Sì Ponte”.
2) i dotti-medici-e-sapienti del ministero preferiscono soprassedere sui tempi e i costi finali e soprattutto rinviano sine die di stimare quanto costerà ad auto, camion treni e passeggeri attraversare l’ «Ottava Meraviglia del Mondo». Forse per non turbare l’opinione pubblica convertita a suon di menzogne al “Sì Ponte”.
A noi No Ponte toccherà, come sempre, fare la lista di tutte le falsità e dei giri di valzer elettorali delle classi politiche dirigenti e – nello stesso tempo – a Resistere, Resistere, Resistere in nome del diritto al lavoro – per tutte e tutti – e alla messa in sicurezza e difesa dei territori. Controcorrente, ci metteremo sempre tutte le nostre intelligenze e i nostri corpi, se necessario.
No Ponte sempre sino alla vittoria!
Palermo con la Palestina. Due giornate di solidarietà: Stop al massacro!
giovedì 13 ore 17:30 – Teatro Massimo \ sabato 15 ore 17:00 – Teatro Politeama
La comunità palestinese a Palermo non festeggia la fine Ramadan e indice uno sciopero della fame e un sit-in a piazza Verdi giovedì 13 maggio alle 17.30 in solidarietà con la propria popolazione in Palestina. Non bastava l’oppressione del governo Netanyahu e l’aggressione alla moschea di Al Aqsa e alla popolazione palestinese di Gerusalemme, nel mese sacro del Ramadan: oggi si allarga il fronte, bombardando e compiendo nuovi massacri contro la popolazione civile di Gaza.
La Comunità Palestinese d’Italia INVITA la società civile, tutte le donne e tutti gli uomini amanti della pace, della libertà e della giustizia a scendere nelle piazze d’Italia, sabato 15 maggio, per denunciare e condannare il massacro del popolo palestinese. A Palermo alle ore 17.00 in piazza Ruggero Settimo (Politeama) 73° anniversario della Nakba (l’esodo, la catastrofe) del popolo palestinese, avvenuta dopo la creazione dello Stato d’Israele sulla terra palestinese.
La Comunità Palestinese d’Italia INVITA la società civile, tutte le donne e tutti gli uomini amanti della pace, della libertà e della giustizia a scendere nelle piazze d’Italia, sabato 15 maggio, per denunciare e condannare il massacro del popolo palestinese. A Palermo alle ore 17.00 in piazza Ruggero Settimo (Politeama) 73° anniversario della Nakba (l’esodo, la catastrofe) del popolo palestinese, avvenuta dopo la creazione dello Stato d’Israele sulla terra palestinese.
73 anni di soprusi e crimini, un aumento esponenziale di violenze e pulizia etnica culminati anche dalle continue invasioni dei luoghi sacri e della spianata delle moschee. Soltanto negli ultimi giorni ci sono stati 800 feriti, circa 50 vittime, oltre un terzo dei quali minori.
Questi crimini esigono dalla comunità internazionale una presa di posizione a sostegno della legalità internazionale e dei diritti negati al popolo palestinese.
Questi crimini esigono dalla comunità internazionale una presa di posizione a sostegno della legalità internazionale e dei diritti negati al popolo palestinese.
Il Quartiere Sheikh Jarrah, è uno degli esempi emblematici dell’arroganza dell’occupazione israeliana, atti che diventano sempre più frequenti e che seguono le scelte della passata amministrazione americana, a partire dal trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme.
Di fronte a questi eventi, la Comunità Europea e l’Italia sembrano assumere posizioni silenti ed ininfluenti. Occorre ripristinare la legalità internazionale e sollecitare il governo italiano a prendere posizione nei confronti di Israele.
Regressione ecologica: Eni, trivelle e bioraffinerie
giovedì 20 ore 17:00 – LabAut Biblioteca Autogestita,viale delle Scienze, di fronte edificio 19
All’interno del Recovery Plan verranno indicati i capitoli di spesa dell’enorme massa di fondi del Next Generation Europe che arriveranno all’Italia. Dei 221,5 complessivi, 57 miliardi di euro sono destinati alla transizione energetica, alla rivoluzione ecologica che dovrebbe condurre il paese verso l’abbandono delle fonti energetiche fossili. L’Italia ha addirittura istituito un Ministero ad hoc, quello per la transizione ecologica.
Il gioiellino del cambiamento del Governo Draghi, dovrà portare avanti la Rivoluzione verde.
I presupposti ci sono. Il nome pure. Peccato, però, che la prima (e unica) azione concreta del neonato Ministero sia stata l’autorizzazione di 20 nuovi pozzi, che erano bloccati da anni in attesa delle VIA. Le Valutazioni di Impatto Ambientale hanno autorizzato nuove trivellazioni per sfruttare i giacimenti nazionali di gas fossile e petrolio. Dei 20 progetti, uno interessa la Sicilia, nella costa tra Licata e Gela. Un progetto di trivellazioni presentato da Eni.
I presupposti ci sono. Il nome pure. Peccato, però, che la prima (e unica) azione concreta del neonato Ministero sia stata l’autorizzazione di 20 nuovi pozzi, che erano bloccati da anni in attesa delle VIA. Le Valutazioni di Impatto Ambientale hanno autorizzato nuove trivellazioni per sfruttare i giacimenti nazionali di gas fossile e petrolio. Dei 20 progetti, uno interessa la Sicilia, nella costa tra Licata e Gela. Un progetto di trivellazioni presentato da Eni.
Quella del Ministero sarà davvero una transizione ecologica? O Cingolani finirà per gestire gli enormi flussi di denaro destinati alla riconversione green, che di green avrà veramente poco?
Non si tratta di domande da poco, visto che in ballo c’è il futuro nostro e dei nostri territori. Siamo sicuri di voler assecondare un modello di sviluppo che alle nostre latitudini ha sempre prodotto sfruttamento e devastazione; o è forse il momento di fermarlo per trovare nuovi modelli che mettano al centro la salute dell’ambiente e degli abitanti?
Intervengono: Salvo Torre, docente presso l’Università degli Studi di Catania; Renato Chemello, docente presso l’Università degli Studi di Palermo; Marco Castrogiovanni, Comitato NoTriv Licata.
Palermo: in piazza contro la lega c’eravamo tutt*! Solidarietà ad Annalisa
venerdì 14 ore 16:00 Piazza Magione – Appello di Annalisa Laudicella
“IMPUTATA PER AVER PROTESTATO CONTRO LA LEGA, SALVINI E PILLON”
Vi ricordate quando l’8 Marzo del 2019 a Palermo si teneva una manifestazione cittadina contro il Ddl promosso dal senatore leghista Simone Pillon e che poneva al centro una serie di vistose modifiche in materia di diritto di famiglia, separazione e affido condiviso di minori?
Se non ve lo ricordate vi rinfresco la memoria:
Pillon, tra gli organizzatori del Family Day, appartenente al mondo cattolico, promotore del gruppo parlamentare Vita Famiglia e Libertà. Con questo curriculum non stupisce il tentativo preposto col ddl di minacciare il diritto all’autodeterminazione delle donne, della libera scelta in materia di aborto, riaffermando al contempo l’idea di famiglia patriarcale retta dalla figura centrale dell’uomo. Tramite la retorica dell’uguaglianza tra uomo e donna per ciò che concerne la genitorialità si cercava di far passare la crescita dei figli come un lavoro scandito dalle misure del tempo e del denaro. Un’idea di famiglia non incentrata sui valori ma sui ruoli, intesi come mera esecuzione di compiti verso degli utenti che altro non sono che i nostri figli. Squallido, miserabile è dire poco. Ma contro questo Ddl non è mancata la risposta pronta di chi non si è lasciato abbindolare dalle parole “uguaglianza”, “genitorialità” ed è andato a fondo sul contenuto del programma. Il ricordo che ho io di quell’anno è una continua attivazione nelle scuole, nelle università, sui posti di lavoro e per le strade. La risposta pronta di tutti e tutte che non si è limitata alle giornate di sciopero ma ha saputo costruire e diffondere nei luoghi del sapere e del lavoro una contro narrazione alle dichiarazioni tossiche della lega.
Nello specifico dell’8 marzo si teneva come ogni anno una manifestazione contro la violenza di genere, ma era anche tanto altro, in primis la difesa dei diritti dei lavoratori e lavoratrici sfruttat*. Quel giorno, come avrete capito dall’introduzione, la nostra rabbia era indirizzata in particolare contro la lega e si decise in piazza di bruciare la bandiera del partito per una dimostrazione politica. Il fatto di per sé non costituisce reato non essendo un simbolo dello Stato. Il reato che infatti ci viene contestato è concorso (art 110 c.p.) e accensione/esplosioni pericolose (art 703 c.p.).
Quando ancora gli influencer del capitalismo 3.0 non facevano nomi e cognomi, collettivi, associazioni, singoli si organizzavano come si è sempre fatto per portare avanti campagne informative, manifestazioni e altre iniziative per sensibilizzare la cittadinanza. A dimostrazione che in questa città c’è sempre stato chi si è opposto alle discriminazioni, al sessismo, allo sfruttamento e alle ingiustizie sociali di ogni sorta, anche quando queste non erano di moda.
Ad essere sotto accusa oggi sono la possibilità di costruire alternative, immaginari che, per usare le parole di quel fatidico 8 marzo, vedano al centro “Liberi corpi in libera terra”. Questo era il nostro messaggio. Ma in uno Stato che persegue e criminalizza le lotte sociali accade che, mentre i politici di professione si inseguono nei loro giochi di palazzo, sul popolo inascoltato che si fa portavoce di un malcontento diffuso piovano denunce e multe. “Se volete protestare il prezzo dovete pagare”. La condanna infatti prevista per me e un’altra studentessa per la partecipazione al corteo dell’8 marzo è di 500.00 euro a testa da versare entro 25 giorni dalla notifica. Una pressione che poco ha a che vedere con la lotta al crimine e molto con la volontà deliberata di reprimere chi fa politica dal basso. Spingerci a smettere, ad essere esempio non di ribellione ma di adattamento allo stato di cose presenti, di rinuncia alla lotta.
Quello che vi chiedo è solidarietà e diffusione. Dimostrare che non basta colpire un singolo partecipante per arrestare le lotte e che il modello repressivo dell’identifica e reprimi con cui i movimenti si scontrano da decenni non è invincibile come credono. Vi chiedo di incontrarci e discuterne come un tempo, non lasciando la politica fuori dalle nostre vite, relegata a canali virtuali e a soggetti poco virtuosi. La vera politica è sempre stata discutere collettivamente e partecipare attivamente.
Presentazione del libro “Aquí se Funda un país” Viaggio nella rivolta del Cile
venerdì 14 ore 18.00 – collegamento Google Meet (codice yztfjozxrx)
Il Laboratorio Andrea Ballarò \ Caffè filosofico B Bonetti di Palermo organizza la presentazione del libro di Clelia Bartoli, Aquí se Funda un país.Viaggio nella rivolta del Cile (Round Robin,2020). «Nessuno sospettava quello che stava per accadere. Sembrava il Paese più florido e pacifico dell’America latina. Si vantava di essere il più europeo. Eppure è bastato l’aumento di pochi spiccioli del biglietto della metropolitana per far detonare un processo di radicale ripensamento della Nazione fino all’avvio di una nuova fase costituente. Ma come è accaduto che una protesta senza apparenti avvisaglie si estendesse e prendesse campo a tal punto? Attraverso un diario di viaggio dei giorni della grande mobilitazione, l’autrice porta alla luce le ragioni, i temi e le modalità del risveglio cileno: gli effetti dell’esperimento neoliberale, l’apporto dei popoli indigeni, il rapporto tra generazioni, la globalizzazione del movimento femminista cileno, il processo di autoeducazione popolare in vista del processo costituente e molto altro».
Intervengono con l’autrice: Virginia Dessy – comitato nazionale Jnealoji, Paula Perez – coordinamento “Vientos del sur”. Coordinerà i lavori Antonio Rampolla del Caffè filosofico B Bonetti.
Per partecipare anche diretta Facebook sulle pagine “Caffè filosofico B Bonetti” \ “Laboratorio Andrea Ballarò” \ Associazione culturale Malausséne”.
Sicilie Zapatiste. Mostra Fotografica: Volti e Voci dal Chiapas
Catania, sabato 15 ore 16:00 – Piazza Giovanni Falcone, Sicilie Zapatiste \ Foto di: Giovanni Caruso, Claudio Floresta, Daniela Pagano, Mimma Grillo, Vito Maria Raspanti
Questa estate una delegazione dal Chiapas visiterà l’Europa in occasione della Gira Zapatista, che toccherà i cinque continenti per incontrare le comunità resistenti di tutto il mondo.
Come assemblea regionale “Sicilie Zapatiste” ci stiamo organizzando per accogliere la delegazione sulla nostra isola.
Per meglio comprendere gli ideali, le pratiche e lo stile di vita delle comunità Zapatiste saranno esposti gli scatti realizzati in Chiapas durante tre diverse occasioni nel tempo. La mostra girerà tutta l’Isola.
Come assemblea regionale “Sicilie Zapatiste” ci stiamo organizzando per accogliere la delegazione sulla nostra isola.
Per meglio comprendere gli ideali, le pratiche e lo stile di vita delle comunità Zapatiste saranno esposti gli scatti realizzati in Chiapas durante tre diverse occasioni nel tempo. La mostra girerà tutta l’Isola.
LA PRIMA ESPOSIZIONE PUBBLICA DELLE FOTO AVRA’ LUOGO A CATANIA GIORNO 15 MAGGIO:
Programma della giornata:
Programma della giornata:
h. 16:00 allestimento mostra;
h.18:00 assemblea cittadina su “La Gira Zapatista” con testimonianze dirette di compagne-i che si sono recati in Chiapas;
h.18:00 assemblea cittadina su “La Gira Zapatista” con testimonianze dirette di compagne-i che si sono recati in Chiapas;
h. 19:30 aperitivo in piazza
IL 18-19-20 MAGGIO LA MOSTRA ARRIVERA’ ANCHE A PALERMO
info
Con il popolo palestinese. Catania per Sheikh Jarra
Con il popolo palestinese. Catania per Sheikh Jarra
Domenica 16 ORE 18:00 – Piazza Stesicoro
Da qualche giorno il popolo palestinese è ancora una volta sotto attacco, le forze di occupazione israeliane minacciano di cacciare gli abitanti di Sheikh Jarrah dalle loro case, per l’ennesima volta le vite dei palestinesi sono messe a rischio da un’operazione di pulizia etnica condotta nel silenzio della comunità internazionale. Complici e solidali il popolo palestinese che in queste ore si è sollevato con grande dignità contro l’oppressione coloniale, anche noi scendiamo in piazza perché questa gravissima violazione dei diritti umani non resti impunita. Le autorità internazionali devono intervenire e condannare quanto sta avvenendo, centinaia di feriti nei territori occupati, violenti bombardamenti su civili a Gaza. È ora di dire basta!
Proroga bonus decreto sostegni – Contatta sportello Slang
È stata prorogata al 31 maggio la domanda per richiedere il bonus. La platea interessata comprende quant* lo scorso anno erano rimast* esclus* dall’indennizzo tra i lavoratori e lavoratrici stagionali, lavorat* a tempo determinato e lavorat* in somministrazione dei settori del turismo e degli stabilimenti termali; lavorat* stagionali e in somministrazione di settori diversi dai settori del turismo e degli stabilimenti termali; lavorat* intermittenti; lavorat* autonomi occasionali; lavorat* incaricati delle vendite a domicilio; lavorat* dello spettacolo. Per informazioni contatta il numero 3510263709 o scrivi alla pagina social-FB
la rubrica settimanale è soggetta ad aggiornamenti: per segnalazioni, contributi, comunicati stampa scrivere a pressenza.redazionepalermo@gmail.com
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