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STORIE

NASTRINI ANCORA IN PIAZZA

- Toni Casano - Terzo appuntamento del neonato movimento contro l’emarginazione sociale. Presidio Assessorato Lavoro della Regione Siciliana


Palermo-
A pochi giorni di distanza dal presidio di martedì ritorna a manifestare oggi, in tarda mattinata (ore 12, in via Trinacria), il neonato movimento dei NaStrini. Stavolta, dopo gli incontri in Prefettura del 13 e 24 novembre, l’obiettivo è quello di perseguire direttamente l’apertura di un confronto serio anche con l'Assessorato al Lavoro della Regione Siciliana e, successivamente nei giorni immediatamente a venire, con l’Amministrazione comunale di Palermo.
Il tema come sappiamo è sempre quello di cui abbiamo documentato sulla nostra rubrica per l'Agenzia giornalistica PRESSENZA.com: “l'istituzione di un tavolo tecnico che veda le istituzioni prendersi carico delle emergenze sociali” che attraversano l’intera area metropolitana panormita.

L’interlocutore principale, come diretto rappresentate del Governo, continua ad essere il Prefetto, il quale si sarebbe impegnato col movimento ad esplorare la disponibilità da parte delle altre istituzioni pubbliche – Regione e Comune – a costituire una sede permanente partecipativa per fronteggiare il montante disaggio sociale che, con l’aggravarsi della crisi epidemiologica, ha reso ancor più marcati i tratti del fenomeno di esclusione ed emarginazione che da tempo contrassegna la condizione di intere fasce di popolazione. Una condizione che “così com’è accaduto nell’ondata pandemica di primavera” – come si sottolineava in un nostro precedente articolo –  rischia ora di fare piombare nella voragine dello stato di povertà assoluta ampi settori di società che, da quando hanno perso la propria fonte di sostentamento, non si sono ancora risollevate dalla sofferenza reddituale.

Siamo da sempre in crisi!, esclamano i NaStrini e la Covid “ha messo ancor di più in luce le mancanze accumulate nel tempo da parte di chi invece avrebbe dovuto tutelarci”. E proseguendo nella loro doglianza alle istituzioni pubbliche scrivono nella loro piattaforma: Non possono pensare che basti solo un sussidio a colmare le mancanze di un'intera Palermo al lastrico.
Vogliamo una migliore fruizione di servizi e una risposta occupazionale, in una città ormai sempre più svuotata e sempre più lasciata alla deriva.
Vogliamo la creazione di settori di sviluppo economico sostenibile per tutti coloro che vivono una situazione di marginalità, tendente all'esclusione sociale.
Come si può constatare, in loro c’è una voglia di riscatto che non sentivamo da tempo, con la riscoperta della pratica nel fare massa critica e mettere in comune l’energia collettiva senza cedere alle lusinghe della politica politicante sorretta dal cinismo individualistico. “Siamo in un momento storico – riflettono, riecheggiando lo stile linguistico delle proteste della seconda metà del novecento –  in cui è importante fare comunità ed è l'unica alternativa possibile se vogliamo cambiare lo stato di cose presente”.
Insomma sembra proprio che la speranza si sia ridestata, stando a quel che scrivono: “È arrivato il momento di farci sentire, di non abbassare più la testa e di non accontentarsi delle briciole che da sempre vogliono imporci, è arrivato il momento di pretendere una vita migliore e un futuro per noi tutti e per le nostre famiglie. Dobbiamo riprenderci tutto quello che negli anni ci hanno tolto a suon di tagli e sacrifici, a maggior ragione in un periodo di profonda crisi come questo”.
Quel che traspare da questo movimento è la straordinaria capacità autonoma organizzativa e la concreta tenuta solidaristica che mette in comune la forza, su un piano di uguaglianza, di uomini e donne: “Solo tutti insieme e uniti possiamo portare avanti una battaglia e lo faremo senza alcun partito politico alle spalle; lo faremo con la nostra determinazione e con la voglia di cambiare le nostre vite!”. Quanto da noi sostenuto è ben chiaro nella nota di presentazione del movimento sul loro profilo social-FB: Nasce la pagina dei Nastrini, dove confluiranno idee innovative per il raggiungimento di obiettivi comuni. Uomini, donne, disoccupati, precari, lottano giornalmente per una società migliore.
Quando parlavamo di sindacalismo sociale, intendevamo proprio questo tratto caratteristico del movimento, nel quale non si gioca soltanto la partita – pur importante – sul terreno economico, ma guarda anche alla qualità della vita, ivi compresi i rapporti relazionali. In questo senso si potevano raccogliere spunti interessanti in molti interventi che abbiamo sentito già nei primi loro confronti. Per esempio sul Recovery Fund v’è un’aspettativa enorme, tanto da far pensare alla possibilità di incidere sulla pianificazione delle risorse, mediante un processo partecipato dal basso, facendo leva su una conflittualità sociale che sembra voler farsi strada anche in altre città, per indirizzare i finanziamenti verso uno sviluppo sostenibile, a partire dai bisogni sociali generali,  senza lasciare che qualcuno  - così abbiamo sintetizzato, da quanto avevamo raccolto da diverse testimonianze - possa essere abbandonato al destino cinico e baro imposto dal giogo economico della competizione individualistica, imposta dalla legge di mercato fondata sulla regola mors tua vita mea.

“È arrivato il momento di progettare il nostro futuro, fino a oggi dimenticato”.

Su questa volontà il movimento dei NaStrini (sempre delimitando con nastro bianco-rosso il campo del presidio, assicurando il dovuto distanziamento anti-Covid) si incontrerà domani all’Assessorato al Lavoro della Regione Siciliana: lavoratori dei cantieri, disoccupati e percettori di reddito di cittadinanza nuovamente in piazza per chiedere alle istituzioni di prendersi carico delle emergenze sociali che riguardano la città e i cittadini di Palermo. Chiediamo diritti, garanzie e una vita dignitosa!

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