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COMMONERS VOICES

Lezione seconda- Oltre le crisi sistemiche del modello lineare: quali prospettive per una trasformazione dell’economia e dell’agroalimentare

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L’Agroecologia strumento per costruire economie trasformative

Abstract della seconda lezione - martedì 23 febbraio      ore 17:30-19:30

Il programma del corso si articola in quattro parti: 1) l’analisi territoriale, 2) le proposte di gestione, 3) le esperienze e le pratiche, 4) istituzioni normative e politiche pubbliche, nazionali ed europee.

parte prima: L’analisi territoriale

 Oltre le crisi sistemiche del modello lineare: quali prospettive per una trasformazione dell’economia e dell’agroalimentare

La pandemia ha rivelato le vulnerabilità e i paradossi di un modello di crescita economica che ha prodotto disuguaglianze sociali, particolarmente nei processi redistributivi del reddito e della ricchezza, ed elevati impatti ambientali tanto da compromettere il futuro stesso del pianeta.

Tale modello di “economia che uccide” è la degenerazione dell’affermazione neoliberista di un capitalismo aggressivo, schiacciato sulla rendita estrattiva e sulla speculazione a brevissimo termine, dove la concentrazione del reddito e della ricchezza finanziaria nelle mani di pochi ha ridotto enormemente proprio quegli spazi di libera concorrenza e sana competizione tra imprese e operatori economici in molte branche di attività economica. La globalizzazione economica che si è sostanzialmente modellata secondo tale modello, ha prodotto una serie di diseguaglianze sia all’interno dei paesi, tra fasce sociali e tra persone (pensiamo al dualismo Nord-Sud nel nostro Paese che si è sostanzialmente accresciuto negli ultimi venti anni) sia tra paesi.

Le politiche del Washington Consensus, seguite al crollo del muro di Berlino e a ciò che Francis Fukuyama definì “la fine della storia”, stanno prospettando un progressivo disallineamento tra libero mercato e democrazia, un’inedita novità che ha messo in crisi i pilastri delle democrazie liberali che erano uscite dai disastri del secondo dopoguerra del secolo scorso: uno scontro interno al capitalismo come scrive Branko Milanovic nel suo ultimo libro.

Il capitalismo, sempre più liberato dai vincoli nazionali, delocalizza e trasferisce velocemente risorse in ordina ad un principio sempre più accelerato e di breve visione di massimizzazione dei profitti.

La competizione che diventa progressivamente globale impone dimensioni molto grandi alle imprese, le quali diventano sempre più multinazionali e transnazionali. Inoltre il fiorire di un nuovo capitalismo di “piattaforma”, che disegna un modello di “sharing economy” sviluppata grazie allo straordinario sviluppo tecnologico dell’informatica e del digitale, modella sempre nuove forme di attività economica mettendo in discussione il tradizionale rapporto tra capitale e lavoro.

Il lavoro diventa sempre più un costo da minimizzare e la flessibilità (che è un valore) diventa sempre più precarietà ponendo ai margini della vita sociale ampie fasce della popolazione attiva, soprattutto giovani, donne e lavoratori anziani bassamente qualificati.

Se la tecnologia digitale dematerializza i processi produttivi, il fabbisogno energetico mondiale è ancora fortemente ancorato a sfruttamento di risorse fossili che insieme alla concentrazione delle attività antropiche in agglomerati urbani sempre più mega, determinano un impatto ambientale che ormai ha introdotto cambiamenti climatici irreversibili.

La consapevolezza di un cambiamento di rotta percepita dai giovani seguaci di Greta Thunberg ha anticipato di qualche mese lo shock della pandemia che ha rivelato l’improcrastinabile transizione ecologica fondata di una trasformazione dei processi produttivi in senso circolare e bio-economico.

La transizione ecologica, divenuta improvvisamente l’orizzonte più realistico che descrive una via di uscita credibile da questa crisi profonda, ha i dubbiamente diverse possibili esiti, ma un unico grande obiettivo, transitare da un modello lineare, estrattivo e speculativo fondato su una competizione distruttiva che produce frammentazione sociale e degrado delle risorse naturali, ad un modello circolare e diffuso, più solidale e partecipato, comunitario che ridefinisce strumenti meccanismi e dispositivi giuridici a partire da una visione più inclusiva e generativa.

 

Conduce: Giuseppe Notarstefano,

ricercatore di Statistica Economica, LUMSA Department of Law, Campus of Palermo

Comitato Scientifico Fa’ la Cosa Giusta!

Breve profilo

laureato presso Università L. Bocconi di Milano, ph.d in Applied Statistics, ricercatore di Statistica Economica e docente di Statistica, Statistica Economica ed Econometria presso l'Università Lumsa di Roma. Ha insegnato all'Università degli studi di Palermo, Università pontifica salesiana Auxilium, all'Università del Buon Consiglio di Tirana, alla Business School della LUISS. Ha collaborato in progetti di ricerca con la London School of Economics e con l'Università di Deusto - Bilbao.

Partecipa a numerose società scientifiche (tra cui Società Italiana di Statistica, Association de Comptabilitè Nationale, Società di Economia Demografia e Statistica). È componente del consiglio di amministrazione dell'Istituto di formazione politica Pedro Arrupe di Palermo. Collabora con numerose riviste e fra le altre, è membro della redazione di Aggiornamenti Sociali, della redazione de' La Società, della redazione di Esperienze Sociali e della redazione di Dialoghi. E' autore di numerose pubblicazioni nell'ambito dell'analisi economica dello sviluppo locale, dei metodi di valutazione delle politiche pubbliche, dell'innovazione e impatto sociale e dei modelli di analisi spaziale e territoriale. Unisce all'impegno accademico numerose attività in campo sociale e culturale, tra cui il Comitato Scientifico di “ Fa la cosa giusta! Sicilia - fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibile”. E' garante dell'associazione "Un'altrastoria" fondata da Rita Borsellino.

È vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica Italiana e componente del comitato scientifico e organizzativo delle Settimane Sociali dei cattolici italiani promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. E' stato curatore del volume "Abiterai la terra. Un commento all'enciclica Laudato si'" edito da AVE, Roma e curatore del volume "Ecologia Integrale? Etica, economia e politica in dialogo" per la rivista Anthropologica edita dall'istituto J. Maritain http://www.anthropologica.eu/ecologia-integrale/ .

 

Tra le pubblicazioni più recenti:

Generare sviluppo locale in Becchetti L. (a cura di) “La città del ben-vivere. l manifesto programmatico dell’economia civile per le amministrazioni locali, Ecra-Edizioni del Credito Cooperativo, Roma, 2017.

La matrice etica dell’Economia e dello Sviluppo. Il paradigma della Custodia delle relazioni e della Cura del territorio (con U. Di Maggio) accettato e in corso di pubblicazione in Esperienze Sociali n. 102/2018.

Economía civil y empresas sociales: un paradigma de desarrollo territorial, Boletìn de estudios economicos (con Cermelli, M., Di Maggio, U., Terzo, G.), vol.74, n.228, 579-595. 2019.

La valutazione dell'impatto sociale (Con U. Di Maggio). In: (a cura di): La Spina A, Politiche pubbliche. Analisi e valutazione. Bologna, Il Mulino, 2020.

Measuring the economic effects of tourism (con R. Scuderi) in corso di pubblicazione nel 2021 Springer&Verlag.

 

Le tre crisi sistemiche del modello lineare: lo scenario internazionale alla luce della pandemia

Monica Di Sisto

Monica Di Sisto, giornalista, esperta di commercio internazionale, da oltre 20 anni fa advocacy istituzionale sui temi della giustizia economica e ambientale, contribuendo con progetti di analisi e implementazione al sostegno delle esperienze e le reti di commercio equo e di economia sociale e solidale. Ha insegnato Modelli di sviluppo economico alla Pontificia Università Gregoriana e Comunicazione e Advocacy del Terzo settore al Master di comunicazione istituzionale dell'Università Luiss Guido Carli di Roma. E' la vicepresidente dell’Osservatorio italiano su Commercio e Clima, Fairwatch. E’ membro del Comitato promotore Italy C-20 2021; è nel Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo del Maeci e nel Forum per lo Sviluppo Sostenibile del MATTM in rappresentanza dell’Associazione Ong Italiane di cui è consigliera nazionale. E’ nel gruppo di lavoro europeo Trade&Development per Concord Italia. E’ membro dell’Inspiration board dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e della Coalizione Clima. E’ stata membro del Comitato Etico di Etica Sgr, del Comitato cittadino di Roma Capitale per la Cooperazione allo sviluppo e rappresentante del Fair Trade Italiano a Bruxelles.

Pubblicazioni Dal 2003 cura la sezione “Economia solidale” del Rapporto annuale “Controfinanziaria” della campagna “Sbilanciamoci” 2021 – “La nuova frontiera” in “Pubblico è meglio” a cura di Alterio Frigerio e Roberta Lisi, Edizioni Donzelli 2020 – “Le parole non riempiono le tasche” con AAVV in “I dimenticati”, Infinito Edizioni 2016 - Con Elena Mazzoni, Paolo Ferrero “TTIP. L’accordo di libero scambio transatlantico», Edizioni Derive Approdi 2014 - Con Alberto Zoratti e Marco Bersani “Nelle Mani dei mercati”, Edizioni Missionaria Italiana 2013 - Con Alberto Zoratti «I signori della Green Economy», Edizioni EMI, Editrice Missionaria Italiana 2012 - «Un Commercio più equo. Un piccolo potere da prendere sul serio» Edizioni Altreconomia 2010 - con Alberto Zoratti «Ri (E) voluzione. Dal fallimento fossile alla giustizia climatica e sociale» Edizioni Altreconomia

Per un nuovo modello agroecologico della produzione e del consumo

Pietro Columba

I principi del nostro vivere sociale sono implicitamente o esplicitamente improntati all’efficienza economica. Dopo oltre 100 anni, nelle grandi linee, consideriamo ancora validi i presupposti dell’analisi di Adam Smith e, ancor più, gli insegnamenti di John Maynard Keynes. Questi padri dell’economia si ispirarono alle “scienze” (la fisica e la matematica) e si basarono su un equilibrio tra consumi e risorse del tutto differente dall’attuale. Oggi, pertanto, i loro insegnamenti non sono più adeguati a guidare le scelte di interesse sociale né, tantomeno, a risolvere i pressanti problemi sociali e ambientali dell’attualità. Parimenti, le scienze agronomiche del XX secolo si sono ispirate alle scoperte della chimica, della meccanica e si sono conformate ai dettati della competizione economica. I vantaggi immediati del nuovo modello hanno determinato l’abbandono dei vecchi saperi contadini, ormai considerati obsoleti, un po’ a ragione ma un po’, anche, a torto. Il corrispettivo modello sociale di uso delle risorse si è quindi evoluto metaforicamente verso una “bulimia” consumistica, ma anche più propriamente, alimentare, determinando, nel complesso, una definitiva insostenibilità ecologica. L’agroecologia può costituire il superamento della “ignoranza di ritorno” del sistema agricolo produttivistico e può e deve accompagnarsi al superamento del modello sociale consumistico. L’intervento proporrà, quindi, oltre alle riflessioni di stampo concettuale anche delle osservazioni sui sistemi agricoli, ambientali e alimentari, sulla loro evoluzione e sulle prospettive nell’era del COVID.

Breve Profilo

È Professore ordinario dal 4 gennaio 2008 presso il Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo. Sia nell’attività di ricerca che nella didattica si dedica alle tematiche della qualità e sicurezza nel sistema agroalimentare; della evoluzione dei modelli di consumo; della qualità ambientale e territoriale quale strategia di sviluppo rurale. Ha organizzato il convegno svolto a Palermo nei giorni 19-20/09/2014, tra le prime iniziative di approfondimento interdisciplinare, sul tema “Agricoltura, cibo e salute”. In atto vicepresidente del Consorzio Regionale per la Ricerca Applicata e la Sperimentazione - CORERAS.

 

Benessere, salute e buona alimentazione: aspetti e tendenze del consumo in Italia.

Fabio Lo Verde

Obiettivo dell'intervento è quello di presentare alcuni dati di scenario che riguardano il modificato rapporto esistente fra imprese e consumatori in riferimento alla nuova domanda di green politics. Il consumatore contemporaneo anche in Italia presenta un profilo che evidenzia la crescita attenzione per questioni inerenti alla sostenibilità in tutte le fasi di produzione , distribuzione e vendita dei prodotti e in particolare modo in riferimento al comparto alimentare. A questo va aggiunta la rivoluzione digitale che già dalla fine degli anni novanta ha ridotto la distanza impresa consumatore bypassando la fase di intermediazione costituita dalla distribuzione e dalla vendita, determinando quel processo di istituzionalizzazione di relazioni orizzontali fra attori del mercato. Tale processo iniziato allora, è stato ulteriormente ampliato dalla nuova visione che nell'immaginario del consumatore si è prodotta con la diffusione dei social e delle piattaforme di scambio di informazioni inerenti i beni e i servizi. Particolare rilievo assumono dunque alcune "questioni" che sono diventate "issues" politiche innescate anche banalmente da stati di "preoccupazione" non solo per la salute dell'ambiente quanto per la propria salute. La cultura del benessere individuale, della salute individuale, della buona alimentazione, cui contribuisce un diffuso codice della modernità quale il nuovo edonismo devozionale del corpo ecc. si coniuga così ad una "cultura del benessere dell'ambiente" che viene finalmente considerato cornice la cui tutela necessaria non può essere rinviata. È il rapporto fra questioni "macro" (sociali ed economiche) e questioni "micro" (sociali ed economiche) a costituire dunque l'area su cui si delineano le nuove sfide per chi opera nel mondo della produzione.

Breve Profilo

È componente del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli studi di Palermo. È docente di Sociologia nel corso di laurea in Sviluppo Economico, Cooperazione Internazionale e Migrazioni e di Sociologia dei consumi e degli stili di vita nel corso di laurea magistrale in Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità dell’Università degli studi di Palermo.

Tra gli ambiti di ricerca da lui affrontati negli anni, vi sono il mutamento sociale, il mutamento nei consumi e negli stili di vita della società italiana ed europea con particolare riferimento all’analisi delle pratiche e dei significati che ha assunto il tempo libero, i cambiamenti nel mondo lavoro e nel mondo giovanile, i flussi migratori in Italia

È componente del Board del Research Committee 13 - Sociology of Leisure - dell’International Sociological Association.

Tra le sue pubblicazioni più recenti Together with A. Trobia, Italian Amateur Pop-Rock Musicians on Facebook: Mixed Methods and New Findings in Music Making Research, in R. Mantie, G. D., Smith, (eds) The [Oxford] Handbook of Music Making and Leisure, Oxford University Press, New York, 2017.

Together with G. Cappello, Sociability and Leisure in Italy from Unity to Present. A Sociological-Historical Overview, in I. Modi, T. J. Kamphorst (eds.), Leisure and Life Through the Ages, Rawat Publications, Jaipur (India), pp. 128-154.

Leisure, Social Capital and Life Turns in Deviant Youth, in «D/Seas Working Papers», 1, 2017, pp. 1-10.

Togethet with S. Diliberto, M. Tumminello, Household Expenditure on Leisure: a Comparative Study of Italian Households with Children from Y- and Z-Generation, in «International Journal of the Sociology of Leisure», n. 1, 2018, DOI: 10.1007/s41978-019-00037-z Critical consumption as civic engagement. Addiopizzo case study, in V. Pepe (Ed.), Civic Engagement in Contemporary Italy, Aracne, Roma, 2019.

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