SCUOLA DI ATTIVAZIONE POLITICA
“Progettare un’economia trasformativa per una comunità sostenibile e solidale"
PARTE TERZA:
Le esperienze e le pratiche
📌 Giovedì 15 ottobre - 17.30-19.30
LEZIONE 11 - Strutturare relazioni e legami sociali. Dalle Reti di economia solidale ai Distretti locali
Sono molte le realtà dell’economia trasformativa che manifestano con nettezza la loro obiezione al modello di sviluppo dominante e alla competizione come chiave di volta di ogni possibile affermazione. Tra queste si stanno diffondendo articolazioni a livello territoriale come i distretti e le reti di economia solidale (DES) e nelle altre reti territoriali, nel commercio equo e solidale e nella finanza etica, nelle esperienze di economia sociale e solidale così come nelle reti sulla sovranità alimentare e nell’agrogeologia.
L’obbiettivo è la costruzione di una strategia di transizione sistemica promuovendo e mettendo in una relazione da costruire giorno per giorno nuove forme e strutture di sviluppo locale profondamente alternative alla struttura economica dominante.
Alcuni di questi movimenti stanno provando ad avviare, nei territori in cui sono presenti, forme più o meno embrionali di raccordo e collaborazioni operative orientate alla costruzione di modelli “ecosistemici” che fanno ben sperare, visto che nella maggior parte di queste esperienze ancora prevalgono una forte frammentazione e, soprattutto, l’incapacità di perseguire visioni comuni di cambiamento.
Docenti:
🔹 Alberto Castagnola: Economista, svolge attività di ricerca-intervento, di promozione e di formazione, in particolare in merito ai problemi dell’economia e della finanza internazionale, della globalizzazione, dei rapporti tra Nord e Sud del mondo, della necessità di una decrescita e della costruzione di una economia alternativa e solidale. Da almeno dodici anni è fortemente interessato ai temi della crisi climatica e ambientale.
Ha lavorato presso la Svimez, il Ministero del Bilancio e della Programmazione economica, l’Istituto di Studi per la Programmazione Economica, ISPE.
E’ stato parte attiva del Cosv, del Formin, della Rete Lilliput e della Città dell’Altra economia di Roma (2007-2012). Attualmente fa parte della Rete di economia sociale e solidale RESS del Lazio e dell’Associazione per la Decrescita,. Ha contribuito alla elaborazione della “Carta dei Principi dell’Altra economia” (2004). Negli ultimi anni è impegnato nella elaborazione teorica e nelle esperienze concrete di una economia solidale, alternativa a quella dominante. Collabora dall’inizio con la pubblicazione on line “Comune-info.net”
🔹 Soana Tortora: Coordinatrice di Solidarius Italia, impresa sociale che dal 2009 opera in Italia e in programmi europei nel campo della formazione e progettazione con attori e reti di economia solidale. Ha approfondito la sua esperienza attraverso responsabilità a lungo esercitate nell'associazionismo di promozione sociale e nella cooperazione internazionale, sopratutto in programmi di formazione con le reti di economia solidale in Paesi dell'America Latina.
🔹 Agitu Ideo:è arrivata in Italia per motivi di studio a 18 anni per poi tornare in Etiopia, suo paese di origine, per iniziare vari progetti legati all’agricoltura. Dal 2008 però il suo paese intensificò progetti di "land grabbing", espropriando la terra ai contadini e Agitu, come attivista si oppose a queste operazioni sino al 2010 quando fu costretta a tornare in Italia per sfuggire alle minacce del suo governo. Ritorna quindi in Trentino dove inizia a creare un progetto in linea con le sue idee di agricoltura concentrandosi sulla salvaguardia di una capra autoctona trentina.
L’azienda si chiama “La capra felice”, Agitu ha iniziato con 15 capre e ora ne ha 70 tutte allevate allo stato brado, con le quali sviluppa prpgetti di preservazione del territorio, dell'equilibrio naturale e degli antichi saperi. Per il suo lavoro ha ricevuto il premio della resistenza casearia, fatto che la rende molto felice delle sue scelte di vita. Come ci racconta Agitu "questo dimostra che se hai un progetto ed un’idea non importa dove sei: se sei convinto ce la farai".
Agitu ha un progetto ambizioso a sfondo anche sociale: integrare i richiedenti asilo nei percorsi di salvaguardia delle terre di mezza montagna, valorizzando le capacità agropastorizie in particolare dei o delle pastori/e africani, alcuni dei quali già l'affiancano per la gestione delle sue attività