Di seguito un resoconto (grazie anche al sito del BIEN):
Dal 24 agosto 2018, il Basic Income Earth Network (BIEN) ha tenuto il suo 18° Congresso Mondiale delle reti per il reddio a Tampere, in Finlandia, iniziando a pieno regime (dopo una giornata introduttiva, 23 di agosto, in cui si sono incontrate le reti del nord Europa – Nordic Day ).
La Sessione d’apertura, che si è svolta in un grande auditorio, vedeva Tarja Halonen , ex presidente della Finlandia e convinta sostenitrice dello sviluppo sostenibile. Si è concentrata sugli affari internazionali, sottolineando che rimane difficile raggiungere degli obiettivi concreti se le persone si sentono escluse. Quindi, secondo lei, la sostenibilità è possibile solo se e quando la povertà e le questioni migratorie verranno risolte alla base. Questi due aspetti possono essere visti come due facce della stessa medaglia, poiché, secondo Rutger Bregman (autore del libro Utopia for Realists ), l’esistenza dei confini è uno dei principali motori della povertà in tutto il mondo. Tuttavia, come dice Tarja, la povertà oggi sembra essere una questione difficile da discutere, poiché comporta evidentemente una notevole quantità di vergogna.
A queste prime introduzioni è seguito Phillip Alston, dell’università di New York e relatore delle Nazioni Unite. Ha parlato dei diritti umani e di come il reddito di base dovrebbe essere introdotto proprio per difenderli. Alston ha fatto anche alcuni riferimenti ai diritti del lavoro e alla sicurezza sociale che stanno entrando in crisi in tutto il mondo. Cosi come il fatto che il diritto ad un tenore di vita adeguato raramente viene realizzato nella maggior parte dei paesi. Inoltre i diversi tagli dei governi sui servizi sociali e del welfare, sotto la bandiera dei “cambiamenti fiscali”, finiscono per creare diverse violazioni dei diritti umani. Non sorprende che istituzioni come l’FMI, la Banca mondiale e l’OCSE siano “allergiche” al linguaggio dei diritti umani. Secondo lui, è tempo di rimettere in discussione i sistemi di sicurezza sociale ormai non più attuali perchè diventano sempre più burocratici e si trasformano in sistemi di controllo sociali. E’ necessario iniziare ad introdurre modi nuovi e radicali. Il reddito di base incondizionato è uno di questi modi, che aiuterà anche a respingere i “colossi” neo-liberisti che stanno costringendo il mondo ad una definitiva piena liberalizzazione dell’economia, senza considerare i diritti umani. Di fronte a ciò i governi sono fermi nel proporre politiche di austerità e sempre nuove privatizzazioni. Alston conclude affermando che la rabbia è in realtà un sentimento necessario perché la proposta di un reddito di base diventi una realtà. Ricorda che è necessaria la mobilitazione di massa e l’insorgenza contro le profonde ingiustizie nella società.
La seconda sessione plenaria ha avuto luogo dopo numerose sessioni parallele che hanno affrontato moltissimi argomenti e che sono state tenute da diversi esponenti delle reti per il reddito in rappresentanza di altrettanti paesi nel mondo. Dalle questioni relative al finanziamento del reddito di base, i suoi aspetti politici, delle sperimentazioni in atto, delle prospettive storiche, della relazione tra reddito e servizi sociali esistenti, sugli attuali sviluppi in Europa, sulla connessione tra il reddito di base e la disabilità o i bambini e l’infanzia. Nelle diverse sessioni parallele c’è stato anche modo di affrontare le relazioni tra i membri del BIEN e la questione dei media e della comunicazione.
Louise Haagh , nel frattempo è stata rieletta chair del BIEN (insieme a Sarath Davala come vicepresidente), e nel suo intervento ha sostenuto nuovamente la necessità di un reddito di base. Si è soffermata anche sul tema delle sperimentazioni avvertendo che queste al momento non possono riferirsi come l’introduzione di un reddito di base universale ed incondizionato, ma che sono importanti per promuovere l’agenda del reddito di base. Haagh evidenzia i possibili pericoli insiti nel perseguire la proposta del reddito di base come se fosse una politica unica, perchè questa potrebbe essere considerata una panacea. Secondo lei, il reddito di base ad esempio non può giustificare forme di flexicurity nel mercato del lavoro. Per Louise Haagh, è necessario tenere insieme uno stato assistenziale sviluppato e un reddito di base. Questo può avvenire con il rilancio degli ideali stessi di sviluppo e progresso sociale.
Questo primo giorno della conferenza è terminato con un ricevimento nel municipio di Tampere, dove i partecipanti hanno ricevuto un caloroso benvenuto, sebbene il sindaco Lauri Lyly non fosse presente all’evento.
Il secondo giorno è iniziato con una presentazione di Lena Lavinas, che pur sostenendo il reddito di base, ha voluto evidenziare i suoi pericoli alla luce delle recenti tendenze di finanziarizzazione dell’economia. Ha richiamato alla riflessione sulla cessione delle istituzioni finanziarie dal settore produttivo, concentrando i propri investimenti sulla sfera speculativa, che tuttavia ha un impatto sull’economia reale attraverso interessi sui prestiti. In parallelo a quello che Louise Haagh aveva presentato il giorno prima, Lavinas ha sottolineato il pericolo di smantellamento dello stato sociale mascherato dalla proposta politica del reddito di base. Poiché una possibile conseguenza dell’introduzione del reddito di base è l’aumento della domanda globale (per beni e servizi di base). Questi problemi stanno già colpendo molte famiglie della classe media e povere in paesi come il Brasile e il Sud Africa, come ha sottolineato Lavina con numeri specifici. Inoltre, l’inclusione di massa di questi milioni di persone nel sistema bancario offre alle istituzioni bancarie mercati potenzialmente più ampi per gli strumenti finanziari (principalmente prestiti e assicurazioni), con la conseguenza prevedibile dell’aumento del debito. A questo scenario apparentemente cupo, come interpretato da Lavinas, ricorda che nulla (di costruttivo) può essere realizzato senza la severa tassazione del settore finanziario, oltre all’introduzione di controlli e forti regolamentazioni. Questo potrebbe anche essere un percorso per finanziare un reddito di base.
Dopo il report dei primi due giorni del Congresso Mondiale delle reti per il reddito (Basic Income Earth Network BIEN) che si è tenuto a Tampere, in Finlandia, dal 24 al 26 agosto 2018, pubblichiamo la seconda e ultima parte.
Le notizie qui riportate riguardano in particolare le conferenze all’auditorium, dunque gli incontri plenari. Ricordiamo che il congresso ha avuto decine di sessioni parallele, workshop, incontri, seminari con temi più specifici ed a cui hanno partecipare moltissime reti per il reddito che rimane difficile sintetizzare qui.
La mattina del 26 agosto nell’auditorium dell’Università di Tampere è stata la volta degli interventi di Jamie Cooke , Sarath Davala , Evelyn Forget , Loek Groot e Olli Kangas . La loro conferenza ha affrontato la questione degli esperimenti sul reddito di base. I relatori infatti rappresentano, rispettivamente, la Scozia e lo studio di fattibilità per la sperimentazione scozzese; l’India con la sperimentazione del reddito di base nella regione indiana del Madhya Pradesh (realizzata dal 2011 al 2012); il Canada con le due maggiori sperimentazioni del paese (il “Mincome” ed progetto pilota nell’Ontario); l’Olanda con la sperimentazione nei diversi comuni in corso da due anni. La sessione è stata presieduta da Phillipe van Parijs .
Agli oratori è stato chiesto di descrivere ognuna di queste sperimentazioni. Olli Kangas ha assicurato che l’esperimento finlandese sta procedendo come previsto e che i risultati inizieranno ad essere raccolti ed elaborati dopo la data di fine progetto, cioè nel dicembre 2018. Ha anche confermato che le variabili studiate sono essenzialmente legate al tema del reddito di base ed al lavoro retribuito ed alle interazioni con il mercato del lavoro, aggiungendo che i dati dell’indagine sarebbero stati pubblicati all’inizio del 2019. Per quanto riguarda Evelyn Forget, ha ricordato che gli esperimenti di reddito di base in Canada sono stati più focalizzati sui risultati sanitari, sebbene siano stati anche rilevati i risultati relativi al lavoro. Ricorda inoltre che il progetto pilota in Ontario – terminato da parte del nuovo governo, sei mesi prima la sua durata prevista – sia stato annullato per ragioni ideologiche (il nuovo governo conservatore sostiene che le persone dovrebbero trovare lavoro, invece di dipendere da un reddito di base). A sua volta, Loek Groot ha informato il pubblico della sperimentazione nei Paesi Bassi e che in realtà non vi è un vero e proprio reddito di base universale, ma vi sono diverse e nuove modalità di gestione delle misure di reddito minimo e che queste riguardano maggiormente la gestione di queste misure da parte delle persone. Ha anche aggiunto che il sistema di sussidi sociali nei Paesi Bassi è decentralizzato, da qui le iniziative dei diversi comuni per avviare questi esperimenti che, in generale, misurano le variabili relative al lavoro, oltre a raccogliere dati sulla salute e sulla soddisfazione della vita. Infine, Jamie Cooke ha spiegato che l’idea del reddito di base in Scozia ha avuto una maggiore credibilità proprio grazie al fatto che la rete per il reddito scozzese (Basic Income Scotland ) che la sta promuovendo sia affiliata alla rete mondiale del BIEN. Questo e gli studi ed il lavoro realizzato dalla RSA (Royal Society for the encouragement of Arts, Manufactures and Commerce), sia nel Regno Unito che nella locale RSA scozzese , hanno aiutato e sostenuto con forza la proposta del percorso verso la sperimentazione.
A questo punto del dibattito Philippe Van Parijs ha rivolto una domanda provocatoria: quali sarebbero, e cosa accadrebbe, se ci fosse questa opzione, se i risultati di un esperimento sul reddito di base porti a rinunciare all’idea del reddito di base? Olli Kangas ha riconosciuto che ci potrebbe essere un tale risultato, assumendo però un approccio cauto. Tuttavia, ha aggiunto, i risultati sperimentali potrebbero sempre essere “spinti” politicamente in diverse direzioni, secondo le culture politiche ed ideologiche. Evelyn Forget, contrariamente a Kangas, pensa che i risultati di tali esperimenti siano già più o meno prevedibili (attingendo alle analisi degli esperimenti passati). Sarath Davala non si sarebbe certo immaginato di non essere un sostenitore del reddito di base, e così ha dato una risposta più appassionata: “Non lo so, e non voglio pensarci!”. Ha aggiunto inoltre che le sperimentazioni mostrano anche la fiducia delle persone verso la proposta del reddito di base e dal suo punto di vista e dall’esperienza fatta, le persone sono molto fiduciose. Verso la fine della sessione, Evelyn ha concluso che le persone amano le storie, preoccupandosi molto meno di numeri e statistiche. Questo è il motivo per cui si preoccupano di eventuali comportamenti sociali negativi che possono verificarsi durante gli esperimenti.
Le sessioni parallele durante questo ultimo giorno del Congresso sono state molto varie, sebbene siano state realizzate solo la mattina. Sono stati presentati documenti sulla libertà, sui sindacati, sul lavoro, i diritti, è stato affrontato il tema delle valute alternative e la relazione di tutti questi con il reddito di base.
L’ultima sessione plenaria ha visto come relatrice nuovamente Evelyn Forget, che ha spiegato in dettaglio cosa sta accadendo con la sperimentazione in Canada nella provincia dell’Ontario. Il nuovo governo conservatore ha dapprima sostenuto che l’esperimento era “fallito”, il che non poteva essere vero poiché non c’erano ancora i dati per giustificare tale affermazione e successivamente, ha affermato che il 25% dei destinatari aveva abbandonato la sperimentazione. Anche in questo caso il nuovo governo ha detto il falso, per lo stesso motivo, perchè non vi sono dati che lo attestino! Secondo Evelyn la vera ragione per tagliare il progetto pilota in Canada è stato dichiarato, quando un membro del governo neoeletto ha dichiarato che non si può dare del “denaro gratuito” alle persone le quali dovrebbero cercarsi un lavoro. Evelyn Forget ha mostrato tutta la sua preoccupazione per quanto sta accadendo perchè ricade direttamente sui beneficiare del reddito di base che fino a quel momento avevano ricevuto benefici regolari (ed ora dovranno trovare altre forme di sostentamento, e senza essere stati preavvisati). Teniamo conto che alcuni dei beneficiari del reddito di base in Ontario provenivano dai servizi sociali sanitari e che seguivano particolari cure mediche (ndr). Tuttavia il fatto che il nuovo governo conservatore dell’Ontario abbia interrotto senza preavviso la sperimentazione, ha visto nascere una forte mobilitazione sociale con la partecipazione di tantissimi attivisti canadesi (principalmente i sostenitori del reddito di base e le organizzazioni contro la povertà), per chiedere di riprendere la sperimentazione o per trovare altre forme per sostenere economicamente le persone che partecipavano all’esperimento. Evelyn Forget infine ha concluso la sua relazione con delle considerazioni più generali su reddito. Secondo lei, la sicurezza del reddito non è solo legata al lavoro precario, ma anche alla burocrazia sociale, che è diventata così complessa che le persone hanno difficoltà a sapere quali sono i loro diritti effettivi. Ha concluso ricordando che il fatto che un reddito di base funzioni o meno dipende molto dal meccanismo di finanziamento, che potrebbe trasformare la solidarietà sociale al suo opposto.
Alla chiusura del Congresso, Annie Miller ha sottolineato che i Congressi della rete mondiale per il reddito di base BIEN si sono notevolmente ampliati dalla loro nascita nel 1986. Spesso gli argomenti trattati oggi sono gli stessi di allora (come la povertà, la giustizia sociale, etc), ma ora includono questioni innovative come gli esperimenti, la questione dei problemi ambientali fino al tema delle criptovalute. Per lei, l’importanza della ricerca, della diffusione, della conoscenza e dell’attivismo per il reddito di base non può essere sopravvalutata. Infine, Miller è convinta che, sebbene il mondo attuale sia (principalmente) governato da sociopatici, è arrivato il momento di sostituirli con empatia, gentilezza e onestà.
Maggiori informazioni del 18° Congresso delle reti per il reddito di Tampere in Finlandia si possono trovare cliccando qui
Il problema della vergogna, sottolineato da Tarja Halonen, è emerso anche nella ricerca condotta all'interno del progetto PIE News (qui il rapporto di ricerca: http://pieproject.eu/2017/03/29/d2-1-research-report/) -- riprendendo Phillip Alston, un invito: trasformiamio la vergogna in rabbia!
Share this Story
Commonfare.net is not linked to any external platform, so to share this Story on Facebook, Twitter, etc. you can copy the URL and paste it there.