per capire ancora meglio come funzionerà, di seguito un utile libretto delle istruzioni (in italiano perchè sarà erogato solo agli italiani) :
COMMONERS VOICES
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Io credo che la proposta del reddito di cittadinanza dell'attuale governo sia molto utile a chi si trova in gravi situazioni economiche. Penso anche che se non avessero previsto alcuna forma di controllo sarebbero stati attaccati ugualmente e, a parte gli specifici termini usati dai viceministri per le esternazioni, che come spesso accade potevano essere scelti meglio, non capisco assolutamente le critiche: "e la birra" "e la nutella" "così si sostiene il baratto" "la povertà non si abolisce" (è vero, ma questa è l'unica misura volta a ridurla velocemente). Mi piacerebbe trovare qui argomenti più interessanti delle chiacchiere da bar e Facebook basate sull'estrema polarizzazione politica. In fondo abbiamo così tanto in comune! ;-)
Aggiungo che il basic income è forse (poco forse) ora difficilmente implementabile, ci vorrebbe un cambiamento del paradigma politico dominante verso il comunismo, ma sembra che il modo intero si stia muovendo in direzione opposta. Giusto puntare al reddito di base incondizionato, ma prendiamo anche quello che per ora è possibile fare. L'attuale reddito di cittadinanza ha le carte in regola per ridurre la povertà in Italia e promuovere la ricerca di lavoro, ok facciamolo. Partendo da questa misura sarà forse più facile muoversi verso il basic income.
Credo che guardare solo alle soluzioni pragmatiche di breve periodo sia controproducente, certo serve anche quello, ma non solo, e la critica a queste soluzioni basata su riflessioni serie e teoricamente fondate è cruciale per il direzionamento e il continuo miglioramento di quelle stesse soluzioni pragmatiche — che vuol dire: la critica politica è indispensabile a fare politiche migliori. Inoltre, entrando nel merito di questo caso (reddito di cittadinanza), non si può assolutamente soprassedere allo scempio che si fa di autodeterminazione, autonomia e libertà attraverso una forma di sorveglianza e displinamento degna di letture foucaultiane della società se non addirittura di "istituzioni totali" di goffmaniana memoria. Infine, al di là di attacchi effettivi o ipotetici, non si può parlare de "i termini usati dai viceministri" come un "a parte", essi sono invece centrali, poiché influsicono sul discorso pubblico, quindi sulle forme di rappresentazione e in ultima istanza sulla cultura di una società -- e l'idea di vivere in una società che sottomette le libertà civili al pragmatismo e considera alcune persone, quelle *strutturalmente* svantaggiate, come (parzialmente) responsabili della propria condizione e quindi sottoponibili a controlli maggiori di altre sinceramente mi disgusta.
Gaius Helen Mohiam non poteva commentare meglio, secondo me! Vorrei inoltre sottolineare come, se passasse il messaggio che pur di avere qualcosa implementare forme di controllo totale sarebbe accettabile, allora non ragioneremmo mai sulla promozione della collaborazione sociale tra persone autodeterminate ma finiremmo per accettare una nuova dicotomia, tra chi può scegliere cosa fare con il proprio reddito e chi no. Ci sarebbero molte cose da dire sul proposto "reddito di cittadinanza", prima di tutto il fatto che tutta la narrazione attorno a esso, al momento, è tutta basata sull'idea che chi debba ricevere il sussidio sia, per definizione, un furbetto, un truffatore, etc... non sia mai che vada da Unieuro a comprare una lavatrice! Però poi, guarda caso, molte ricerche mostrano come la presenza di un sussidio straordinario venga spesso usato non per modificare gli stili di vita ma per acquisire beni durevoli. Basta poco per comprenderne le motivazioni profonde: chi si trova con dei soldi extra fa quello che non farebbe con l'ordinario (e la misura proposta non è strutturale ma per definizione a tempo). Oltretutto, restando all'esempio della lavatrice, è anche una cosa molto saggia, perché una lavatrice nuova consumerà probabilmente meno energia, riducendo la bolletta elettrica e liberando risorse finanziarie. La foto qui sopra, nella sua sagace ironia, non è chiacchiera da bar ma mostra, in una battuta, esattamente quanto descritto prima in maniera più elaborata: chi "concede" il sussidio si ritiene intitolato a definire cosa sia corretto per chi lo riceve. Di questo passo, da domani dieta ipersalutista per chi riceve il reddito di cittadinanza, così saranno meglio equipaggiati per il lavoro malpagato che si troveranno a dover accettare, e se mai volessero una bistecca e un bicchiere di rosso, a San Vittore!
la via italica del "meglio questo che niente" porta quasi sempre a "questo è tutto, dunque niente". Non tenere conto di esperienze decennali di altri paesi, delle indicazioni sovranazionali, del dibattito internazionale su questo tema, delle trasformazioni avvenute a partire dalle modificazioni produttive, dalla multidimensionalità della povertà ci porta a credere che in fondo questo "meglio di niente" è "tutto ciò che possiamo"... La narrazione dominante lega Briatore (si sa al sud sono tutti fannulloni) al PD (dovranno essere presi in carico dal terzo settore e lavorare in progetti sociali) a Di Maio (non staranno sul divano) al Salvini (devono dimostrare di essere poveri e lavorare). La scelta dei termini serve a costruire una narrazione. Se si sostiene, come fa Di Maio, che "non staranno sul divano a non far nulla" la narrazione è che i poveri sono tali perchè stanno sul divano, non è che hanno usato termini errati, Lo stato immorale moralizza il povero senza morale? Con "narrazioni tossiche" si rischia di creare "speranze tossiche", l'abolizione della povertà o la riduzione veloce di questa. E un "reddito" di ultima istanza finalizzato ai consumi con una tesi orrenda "ti do qualcosa che decido io che spendi come dico io dove dico io e tu in cambio fai quello che decido io"... ed io in quanto povero che decido? Nulla... D'altronde se la tesi è "la mia condizione di povertà è colpa mia" che devo decidere non essendo stato in grado di "non essere povero"? L'idea che uno è povero perchè il lavoro cambia, i territori in cui si vive non offrono granchè, che vi sono scelte politiche, sociali, economiche errate, etc. non ci viene in mente? Non è che la povertà è tema sociale, politico, economico piuttosto che di errate scelte individuali? Che anche se fossero andrebbero comunque comprese e non condannate. Diciamo che tra reddito di base incondizionato e forme di ultima istanza estremamente condizionate, in mezzo vi sono ben altre opportunità. Ad esempio, per rimanere in Italia e dirne una, vi è un interessante disegno di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito fermo in Senato dal 2013... in cui invece che l'obbligo al lavoro "qualunque sia", vi è innanzitutto il riconoscimento delle competenze, attitudini, capacità, esperienze formali ed informali del beneficiario. Di Maio ed i suoi sodali la conosco bene ma hanno scelto un'altra via. L'intenzione dei proponenti è valorizzare le persone con un approccio diverso che mandarlo a spalare la cacca dei cani nel giardino pubblico in nome del decoro e del "ti do un reddito e decido io cosa farai". Se il problema è il decoro si assumano i "decoratori" non i poveracci del reddito. Assumere i "decoratori" significa che i "moralizzatori" gli fanno il contratto, con tutti i diritti del lavoro. Non è che te la cavi con il lavoro gratuito dei diseredati. Possiamo dirci tra noi che essere povero è già molto faticoso? È già una pena che si paga sull'altare dell'altrui profitto? Direi che dargli ulteriori frustate diventa accanimento. Le esperienze di reddito di base sono ormai diverse in tutto il mondo: India, Kenya, Namibia, Ontario, FInlandia, Olanda, Macao, Alaska, Stati Uniti. per citarne alcune, e coinvolgono imprese hi tech, l'ONU, l'UNICEF, governi nazionali, regionali, piccoli comuni o addirittura comunità di persone che auto organizzano il loro metodo (come mein grundeinkommen in Germania) attraverso forme di crowdfunding. Cosi come vi sono altre esperienze interessanti, non necessariamente sotto il nome di reddito di base, come in Brasile tanto per dirne uno...dove milioni di persone ricevono un reddito minimo con la condizione di mandare i figli a scuola ed usufruire della sanità pubblica! Un pò diverso che moralizzare i consumi no o punire i poveri sotto il cappello caritatevole, che fa lavare la coscienza ai "moralisti non poveri", del reddito di noncittadinanza di DI Maio? Di questa misura che si predispongono ad introdurre (di cui abbiamo sopratutto una raffica di dichiarazioni da mani nei capelli per chi li ha...) il buon Di Maio poteva usare altre "metafore" per la sua narrazione, come ad esempio dire che un reddito siffatto vuole "riconoscere per coloro che sono in difficoltà economica le storie che si portano dietro a partire dal riconoscere il bagaglio di esperienze che non può essere disconosciuto e che noi valorizzeremo".. .ha invece scelto la via del "non staranno sul divano a non far nulla" e "li obbligheremo a dare 8 ore di lavoro gratuito e a non fare acquisti immorali". Quando vedremo spalare la cacca dei cani nel giardino sotto casa dal vicino di casa in pettorina gialla sapremo che fa parte della casta dei "diseredati del reddito" e lo guarderemo, i più buoni con un certo dispiacere, i più cattivi, con un certo disgusto... e se per caso questo acquisterà un pacchetto di sigarette (vietato ed immorale) qualcuno sarà pronta a chiamare le fiamme gialle. Consiglierei di vedere un bel film... I Daniel Blake di Ken Loach... e poi magari qualche video sui concetti del reddito di base, e leggere anche qualche interessante ricerca sulle misure di reddito minimo garantito in Europa o semplicemente qualche risoluzione del Parlamento europeo (tanto vituperato). Ad esempio quelle del 2008, 2010, 2017... scopriremo che addirittura le istituzioni sovranazionali europee sono più avanti nella definizione di cosa è un reddito minimo garantito e che criteri bisognerebbe utilizzare per evitare vessazioni a persone già abbondantemente vessate...
Cosi tanto per rimanere dentro opzioni pragmatiche, e condividere saperi (commonfare?), che i proponenti del "non reddito di cittadinanza" hanno dimenticato volutamente per strada: Qui la proposta del reddito di dignità, promosso da centinaia di associazioni (certo non tutto il popolo!), oltretutto sosttoscritto anche dal partito di Di Maio (prima che andasse al governo). Interessante leggere i 10 punti per farsi un'idea di come sarebbe potuto essere (e non è un reddito di base). Per leggere vai in questro link: http://www.numeripari.org/i-10-punti-del-reddito-di-dignita/ A seguire, la proposta di legge di iniziativa popolare che ha raccolto nel 2013 oltre 70mila firme, consegnata alla allora presidente della Camera Laura Boldrini e portata successivamente in Senato, Commissione Lavoro (dove è finita in qualche cassetto, sempre perchè il popolo etcetc) clicca qui per leggerla: http://www.bin-italia.org/wp-content/uploads/2018/02/leggeredditominimo-1.pdf Tale proposta era stata anche esaminata dall'Istat che ne ha valutato costi e fattibilità. Qui la Risoluzione del PE del 9 ottobre 2008: interessante leggere alcuni dei criteri avanzati per l'introduizione di un reddito minimo che stracciano la proposta di DI Maio proprio a partire dal riconoscimento della dignità della persona: clicca al link di seguito per leggere http://www.bin-italia.org/UP/doc_istituz/08_32_55_INCLUSIONE_SOCIALEpdf.pdf Qui la relazione per la Risoluzione del PE sul ruolo del reddito minimo garantito del 16 luglio 2010, anche qui criteri e funzionalità son ben descritte, compreso il calcolo dell'ammontare (unica cosa che Di Maio pare aver capito, cioè il famoso 60% del reddito mediano che fa 780 euro). Consiglio anche qui di leggere i criteri per evitare vessazioni verso i beneficiari, frutto di studi decennali delle esperienze più avanzate, e che il non reddito di cittadinanza italico pare aver totalmente disatteso (forse perchè lo dice l'Europa?): vai al link per leggere la risoluzione http://www.bin-italia.org/UP/doc_istituz/rmeuropa.pdf Qui la risoluzione del PE del 2017, anche in questo caso leggere criteri e valutazioni sopratutto quelli destinati al beneficiario delle misure di reddito. segui il link http://www.bin-italia.org/wp-content/uploads/2017/10/EP-RedditoMinimo-P8_TA-PROV20170403_IT-1.pdf Ecco se solo la proposta italica avesse fatto tesoro di tutto ciò, ma pure in parte, ora avremmo avuto, non il reddito di base incondizionato, ma un decente reddito minimo garantito che avrebbe sicuramente portato benefici reali alle persone, alle comunità e avrebbe ammodernato i sistemi di protezione sociale senza passare dalla colpa, agli obblighi, alla morale etc. Questo si, ci avrebbe avvicinato ad ipotesi nuove, compresa la possibilità di dibattere di un reddito di base incondizionato ma lo avremmo fatto, il dibattito, sapendo che le persone a cui era destinato il reddito minimo, quanto meno li avrebbe fatto vivere una vita decente e dignitosa e non come ci si avvia a fare, piena di obblighi, condizioni, al limite del controllo, della colpa da espiare solo perchè in condizioni di difficoltà economica! sempre perchè la manovra è del popolo...
Bè qualcuno glielo aveva anche proposto ... e la proposta di iniziativa popolare del reddito minimo garantito la conoscevano molto bene. Di seguito video intervista a cura del Movimento 5 stelle Senato a Luca Santini presidente del BIN Italia: https://www.youtube.com/watch?v=nfvnTmLgU0A e pure un certo Stefano Rodotà "ricordando la garanzia di un reddito per un'esistenza libera e dignitosa": https://www.youtube.com/watch?v=G8gCXGU3zc0
Caro Rankis, mI sembra che la via italica al "se non è come ideale comanda non va bene" sia una dura realtà che sorpassa abbondantemente il rischio del "meglio questo che niente" insita nella proposta dell'attuale governo. Certo bisogna valutare gli specifici casi, ma bisogna anche capire per quale motivo la sinistra italiana non è mai stata in grado di governare (se non, partendo dal centro-sx, diventando subito destra) e riconoscere che l'ideale è fondamentale, ma anche la pragmatica (che alla fine vince sempre, anche per ko). Non essere in grado di partire da quello che c'è per arrivare (all'incirca) dove si vuole, per il semplice fatto che non corrisponde al proprio paradigma ideale, non è certo sinonimo di realismo. Meglio tornare indietro sul reddito di cittadinanza? Chiedi a chi riceverà il sostegno se ritiene che la forma di controllo sia inaccettabile. Poi, ripeto, un sostegno di questo tipo senza forme di controllo (certo in qualche modo raggirabili) sul tipo di spesa non sarebbe mai passato, o comunque sarebbe stato attaccato maggiormente. Ma non crediate che non sia concorde sull'opportunità di fare pelo e contropelo alla nuova proposta, è che mi piacerebbe leggere anche discorsi costruttivi. Certo che se la brusca deviazione verso il workfare sembra inaccettabile, allora secondo me stiamo ancora ragionando come l'ultra-sinistra che preferisce non rischiare di calare le proprie idee sul mondo reale.
Caro fbott Per calarsi nella realtà non è necessario essere più realisti del re altrimenti poi si rischia di fare la fine dei sudditi del re. Tu parli di sinistra, centro sinitra che diventa subito destra e di ultrasinistra... io parlavo di esprienze europee di reddito, di studi internazionali di indicazioni sovranazionali di risoluzioni e di sperimentazioni ....questo significa fare esattamente quello che dici tu "essere in grado di partire da quello che c'è" . E volendo partire da ciò che c'è ci metto pure le proposte di legge di iniziativa popolare e la piattaforma del reddito di dignità. Dalle dichiarazioni a mezzo stampa dei vice premier di maio e salvini sulla proposta cosiddetta (erroneamente) reddito di cittadinanza pare che quello che c é siano dei poveri scansafatiche da educare. Oltretutto sul tema reddto la narrazione proposta è esattamente la stessa 'spezzeremo le reni ai divani'! Che faceva il PD durante la narrazione del fu Reddito di inclusione. Da questo punto di vista le somiglianze di approcci sono sconcertanti. Salvo, il PD mandare i poveri a fare lavori socialmente utili nel terzo settore e il governo pentaleghista ad obbligarli a farlo x 8 ore per lo stato. Domandi se sia meglio tornare indietro sul reddito di cittadinanza? No meglio farne uno che dia significato a quella proposta visto l'enorme ritardo nel nostro paese di un diritto fondamentale. Non mi ripeto sulle diverse strade x farlo... vedi commento con i link....intanto potrebbero tentare di approcciare ad una narrazione e dunque ad una proposta adatta al XXI secolo evitando al contrario un approccio da 800 elisabettiano dei poveri da rinchuidere nelle workhouse. Ma la domanda è se salvini e di maio hanno volontà per farlo o se al contrario ciò che raccontano è esattamente quello che pensano....e credo che sulla questione poveri la vedano alla stessa maniera. Se non fosse cosi uno dei due è succube dell'altro. Scegli tu chi? Torni a ripetere che ti piacerebbe leggere anche discorsi costruttivi. Ti ho dato nei diversi commenti suggerimenti pragmatici e critiche non ideologiche cercando argomentazioni più che costruttive. Mi auguro che tu possa trovare nei diversi link che ti ho inviato ragioni nuove che possano darti stimoli nuovi.... Si la brusca deviazione verso il workfare e' per me inaccettabile, proprio perche cadrà sulla vita delle persone che a fronte di nulla non potranno dire no a nulla. Ma non poter dire no è esattamente la logica del ricatto. Il reddito al contrario serve per uscire proprio dal ricatto. E vivendo nel mondo reale il ricatto quotidiano della sopravvivenza è un peso enorme....per questo la via italica è "meglio questo che niente" perché fino ad ora il niente è stata la via... Spero solo che la proposta che licenzierà il parlamento abbia esiti migliori....se conosci qualcuno del reame prova a fargli qualche proposta x migliorare sto reddito di cittadinanza prima che facciano troppi danni ;-)