Estate turbolenta, come da tradizione, per gli spazi sociali milanesi. Il 27 luglio è partita un’inchiesta che coinvolge anche RiMaflow, e Commonfare sta seguendo l’evoluzione di questa vicenda complessa, cui si aggiunge un procedimento di sfratto, per il momento rimandato al 28 novembre. Ci limitiamo a citare il fulmineo sgombero di Zip (neanche tre ore di permanenza nel luogo che i ragazzi del centro sociale e della Rete Studenti avevano occupato) e quello (ennesimo) del Collettivo Lambretta (31 luglio), per arrivare a un nuovo “piatto forte”: far sparire (in modo soft, scrivono i giornali) Macao dalla palazzina di viale Molise dove è cresciuto, in grazia e bellezza, diventando un punto di riferimento per la città.
È pressoché impossibile ricostruire il lungo elenco di iniziative promosse negli anni da questa realtà, nata volendo essere un museo dal basso, catalizzatore dei desideri della gente, e diventata, nel tempo, luogo di sperimentazione culturale e artistica che ha aperto campi di ricerca (dall’economia dell’evento ai bitcoin) e generato incontri straordinari. Macao ha riqualificato uno spazio dimenticato e lo ha reso attraversabile e attraente per gran parte dell’intellighenzia nazionale e internazionale - che infatti è passata di là nel corso del tempo - così come per tante ragazze e ragazzi che ne hanno affollato le feste e i concerti.
È questo il significato di innovazione sociale che ci ispira, e lo ricordiamo ogni giorno, raccogliendo storie sul sito. Parole come “comunità” e “democrazia”, oppure come “ecosistema sociale”, valori come partecipazione, trasparenza, solidarietà, progettualità collettiva vanno calati nella realtà e resi concreti. Si vuole vendere la palazzina liberty di Viale Molise per racimolare i soldi con cui ripianare i buchi dei bilanci comunali, all’interno di un pacchetto di aumenti dei costi che preoccupa moltissimo gli abitanti della metropoli lombarda, oppure, la giunta milanese sta cedendo a una linea repressiva massimalista, imposta da fuori? In entrambi i casi, la narrazione di una città benestante, creativa, aperta e illuminata, regge con fatica, inciampa, l’impoverimento di senso, di risorse, di energie, si palesa, si fa largo. La preoccupazione che il dogma neoliberale e un crudele e poco acuto fondamentalismo punitivo prevalgano, dettando, sempre e comunque, l’agenda alla politica, anche quando al governo si trova “la sinistra”, è estremamente elevata in Italia, soprattutto in questo particolare momento storico.
Commonfare è un progetto europeo, facciamo ricerca e non politica. Ma l’oggetto della nostra ricerca è, appunto, un possibile modello alternativo a quello del capitalismo finanziario che impoverisce le persone, tagliando forme di sostegno e rimanendo cieco non solo rispetto ai bisogni ma paradossalmente rispetto alle soluzioni. La precarietà, la povertà, rappresentano una forma di controllo che prova a sancire il silenzio e mina le occasioni di scambio tra i soggetti. Tuttavia, le persone, le realtà sociali, continuano testardamente a sforzarsi di costruire, pezzo a pezzo, tale modello diverso, autodeterminato, nonostante gli ostacoli - in direzione ostinata e contraria. Da questo punto di vista, la nostra attenzione, la nostra sensibilità, è anche e già politica, ovvero è ricerca - a un tempo ideale e immanente - di legami tra vita e politica, tra vita e sapere. Un ordito complesso, nel quale si trovano incastonati molteplici materiali e argomenti, segnali, intuizioni e pratiche.
Macao, all’interno del nostro progetto rientra - come RiMaflow – tra le “buone pratiche” che abbiamo inchiestato per individuare idee e usi comuni possibili, a vantaggio della socialità e della creazione di una comunità solidale. In luglio, Macao, è stato al centro dell’ideazione della sperimentazione della moneta alternativa Santa Coin, al Santarcangelo Festival, con l’appoggio del progetto Commonfare.
Macao fa parte della nostra comunità di ricerca e continuerà a raccontarsi anche sul sito di Commonfare. Pensa di resistere, ma anche di accelerare, dotandosi di strumenti utili ad avviare un’impresa sociale, una impresa del comune, rendendo concreta una forma di azionariato sociale, già mobilitata negli scorsi mesi ma a cui adesso si sta cercando di dare davvero forma.
I recenti fatti che hanno al centro RiMaflow e Macao mettono sul piatto una questione che appare sempre meno eludibile: perché le forme di sperimentazione sociale autonoma, obbligate a nascere, almeno in Italia, su un piano di illegalità formale, invece di rappresentare uno stimolo per le istituzioni, innescando processi di valorizzazione e innovazione, subiscono repressioni?
Seguiremo con grande interesse il percorso di Macao, non solo nell’ottica della nostra ricerca, ma anche come cittadine e cittadini interessati a nuovi progetti di partecipazione culturale. Il prossimo appuntamento con la città di Milano sarà il 5 ottobre, Requiem for la sinistra neoliberale.