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COMMONERS VOICES

51#PalermoỊƞḾovimento. Bloc-News della contronarrazione sociale

Rubrica settimanale su eventi e fatti in Sicilia  -a cura RedazionePA-


La “causa del secolo”. Anche in Italia i cambiamenti del clima arrivano in tribunale: il 5 giugno scorso ha preso ufficialmente il via la prima causa legale climatica italiana. Il “Giudizio Universale” è arrivato!
Palermo, oggi ore 19:00 – Presentazione del libro “La causa del secolo” e della Campagna “Giudizio Universale” al Pad.18 Cantieri Culturali alla Zisa, presso Arci Tavola Tonda (via P.Gili, 4). Intervengono: Marica Di Pierri (curatrice, ‘A Sud’), Giulia Di Martino (‘A Sud-Sicilia’) e Naida Samonà (‘Extinction Rebellion’ Palermo)

L’azione giudiziaria è stata promossa da203 ricorrenti – fra associazioni, cittadine e cittadini ed anche minori – hanno citato in giudizio lo Stato italiano, denunciando che le politiche climatiche messe in campo sono insufficienti a proteggere i diritti delle generazioni presenti e future. Sono oltre 40 i paesi in cui la società civile ha scelto la via giudiziaria, oltre a quella della mobilitazione, per costringere governi e imprese a fare la loro parte per scongiurare la peggior minaccia che pende sui destini del pianeta. E ora è il turno dell’Italia.
La causa legale nasce nell’ambito della Campagna Giudizio Universale, lanciata nel 2019 e coordinata dall’Associazione “A Sud”, a cui hanno aderito oltre 100 fra associazioni, comitati, movimenti, società scientifiche. Molte di esse sono siciliane: la Sicilia è una delle regioni più vulnerabili agli impatti climatici e diverse realtà territoriali hanno deciso di sostenere con forza l’iniziativa.
Il Libro La Causa del Secolo è uno strumento di divulgazione e supporto per la campagna: racconta con un linguaggio non tecnico come nasce e cosa chiede la causa legale italiana: tutti i fondi derivati dalle vendite vanno a sostenere le attività di Giudizio Universale.
 

Presentazione del libro “I martiri dell’America Latina difensori della Terra”. Salvatore Inguì racconta le storie degli Indios che hanno dato la vita per la difesa della Madre-Terra
Palermo,domani 13 ore 18:00 – booq a piazza Kalsa n. 31

Verrà presentato da Booq – bibliofficina di quartiere (alla Kalsa), il nuovo libro di Salvatore Inguì, assistente sociale e coordinatore di Libera Trapani, “I martiri dell’America Latina difensori della Terra” (Navarra Editore) con postfazione di don Luigi Ciotti, un testo prezioso dedicato al tema attualissimo dello sfruttamento della Terra e della crisi climatica e agli attivisti che combattono per difendere il nostro pianeta.
A dialogare con l’autore sarà Martina Lo Cascio, attivista di Contadinazioni-autoproduzioni contro ogni sfruttamento e della rete nazionale Fuori Mercato. Introduce Giuliana Zaffuto.
 

Libia: una benda per non vedere? Anche Palermo dice *#NienteAccordiConLaLibia*. No ai campi di detenzione libici dove la cosiddetta  “guardia costiera” opera per conto dell’EU respingimenti illegali e pratica torture e stupri, imponendo lavori forzati ai migranti
mercoledì 14 ore 17:00 – presidio di fronte la Prefettura (via Cavour) – Comunicato Rete Manifesto di Palermo sulle migrazioni, Mediterranea Saving Humans Palermo Forum Antirazzista Palermo Ikenga Voice of the world: “Porta con te una benda bianca per coprirti simbolicamente gli occhi proprio come sta facendo il governo italiano”

In occasione della votazione in Parlamento per il rinnovo delle missioni internazionali insieme a tantissime associazioni e CONTEMPORANEAMENTE a piazza Montecitorio a ROMA, anche PALERMO manifesterà davanti la Prefettura alla vigilia della discussione parlamentare sul rifinanziamento della “missione” in Libia (ossia dei campi di detenzione libici – dove le persone vengono spesso torturate, stuprate e sottoposte a lavori forzati – e della c.d. guardia costiera libica, che opera per conto dell’EU respingimenti altrimenti illegali).
Torniamo in piazza per denunciare la responsabilità delle autorità italiane per le continue stragi di persone migranti nel Mediterraneo centrale e il ciclo di violenze, sfruttamento e violazioni dei diritti umani a cui sono sistematicamente sottoposti migranti e rifugiati/e in Libia. Insieme a tante realtà della società civile e decine di migliaia di cittadine e cittadini, diciamo:
NO al rinnovo della missione in Libia e alla prosecuzione della cooperazione con le autorità libiche senza garanzie concrete sulla protezione dei diritti umani di persone migranti e rifugiate;
NO al sostegno e alla collaborazione con la “Guardia costiera libica” finalizzato al respingimento forzato in Libia delle persone intercettate in mare;
SI all’evacuazione immediata delle persone rinchiuse nei centri di detenzione libici e all’estensione dei canali di ingresso regolari per persone migranti e rifugiate;
SI al ripristino di un sistema istituzionale di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e al riconoscimento del ruolo essenziale svolto dalle ONG per la salvaguardia della vita in mare.
NON CHIUDIAMO GLI OCCHI DI FRONTE ALLA BARBARIE.
 

Un simbolo per i senzatetto. Contro l’emergenza abitativa nasceva spontaneamente 19 anni fa a Palermo il “Comitato di lotta per la casa 12 Luglio”: « abbiamo voluto aggiungere la data del 12 Luglio alla sigla per ricordare un momento di lotta che si concluse con lo sgombero coatto di 8 nuclei familiari dalla Cattedrale di Palermo per volere del vescovo dell’epoca» 

A fine Maggio del 2002 ventidue famiglie senza casa occupavano la Cattedrale di Palermo per avere una grossa cassa di risonanza rispetto ad un problema che la politica cittadina ignorava totalmente: “Dopo circa un mese di occupazione, per accordi taciti tra Prefettura e Curia arcivescovile, spuntarono dall’oggi al domani 17 alloggi popolari presso il Comune di Cerda, 14 famiglie tra quelle occupanti accettarono e furono “deportate” a Cerda, le altre 8 restanti il 12 Luglio 2002 decisero di tornare in Cattedrale affinché non calasse l’attenzione sul loro problema irrisolto, dopo un’intera giornata le famiglie hanno dovuto fare i conti con il Festino di Santa Rosalia che per il vescovo dell’epoca era più importante, quindi autorizzò la questura a sgomberare i pericolosi 8 nuclei familiari, con 5 persone finite in ospedale”.
Per la città il “12 Luglio”, data di nascita del “Comitato di lotta per la casa”, è diventata una data simbolo per i senzatetto palermitani.


TARI a Messina: cresce di 22 milioni il costo della spazzatura. «Sulla TARI, De Luca si arrampica sugli specchi con le solite millanterie e agita fantasmi di responsabilità erariale». Il Consiglio non delibera sull’aumento delle tariffe: « non è adeguatamente motivato»

In un  comunicato sull’accrescimento della tassa sui rifiuti – scrive il Laboratorio di partecipazione civica “MessinAccomuna” –  sembra che le ragioni del rincaro di De Luca siano dovute all’esternalizzazioni –   “in barba al contratto di servizio” –  e alle assunzioni, controtendenza agli  impegni elettorali assunti nel programma sindacale: «È impensabile – sostiene MessinAccomuna – che un’azienda assuma personale e, al tempo stesso, appalti un servizio “core”, quale quello dello spazzamento».
Prosegue il Laboratorio peloritano:
“De Luca parla di un obbligo di legge alla copertura del non riscosso (non è affatto una novità, essendo previsto da quando c’è la TARI), che peserebbe per il 90% dell’aumento delle tariffe. Non dice qual era il fondo dello scorso anno (circa 4 milioni?), né a quanto ammonta il non riscosso. E come la mettiamo con la vanteria degli oltre 8.000 “contribuenti fantasma”? Con una TARI media di 400€/anno (probabilmente prudente), avrebbe recuperato circa 3,5 milioni. Poi ci sono i presunti “6 milioni in più per la differenziata”. Poi i 2 milioni sottratti agli sgravi per gli utenti in difficoltà. Con queste cifre si finanziano 12 milioni in più di costo del servizio. Aggiungiamo 10 milioni in più di tariffa proposti in tre anni.
Con De Luca il costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti a Messina cresce di 22 milioni di Euro!
Ancora sui contribuenti-fantasma: ne ha scovati più di 8.000, dice lui; cosa mai fatta prima, dice lui. Chieda ai suoi uffici prima di parlare. L’incrocio delle banche-dati è stato programmato addirittura nel 2012, dal Commissario Croce; l’amministrazione che l’ha preceduto ha scovato 12.000 utenze non precedentemente rilevate. La retorica del “prima di me nessuno” è una vuota bugia. De Luca ha ricevuto un’azienda nuova di zecca e con capacità di investimento, ha licenziato (in maniera illegittima?) il Direttore Generale, l’ha affidata a un suo “nominato” senza alcuna esperienza del settore e l’ha trasformata in un “banco degli appalti”. La gestione dell’azienda mostra incapacità, strategie di sovradimensionamento degli organici, privatizzazione mascherata del servizio. Il management dovrebbe, semplicemente, dimettersi.
Sig. Sindaco, i conti non tornano, e gli atti non si spiegano ai consiglieri con le dirette FB.
Se il Consiglio dovesse non approvare la delibera, rimarrebbero in vigore le tariffe precedenti e l’amministrazione avrebbe il dovere di contenere i servizi nel perimetro finanziario di una delle TARI più care d’Italia e di mantenere il piano industriale precedente. Se poi l’amministrazione avesse già avviato servizi in eccesso, prima che il Consiglio abbia approvato il piano tariffario, la responsabilità politica, tecnica, amministrativa (e anche erariale) di questa azione sarebbe tutta e solo sua”.


Sicilia e fotovoltaico: l’azione delle associazioni per bloccare la nuova colonizzazione.  Transizione non faccia rima con colonizzazione. La produzione di energia dal fotovoltaico e la tutela del Paesaggio debbono coesistere. Bloccare l’iter degli inceneritori
Generazioni Future Sicilia insieme ad oltre 20 associazioni hanno prodotto un documento destinato all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) e all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) con lo scopo di sollecitare l’adozione, da parte della Regione Sicilia, del Piano Energetico che regolamenta l’istallazione di impianti fotovoltaici tutelando allo stesso tempo paesaggio, agricoltura, cittadini e agricoltori, al fine di ostacolare la colonizzazione e il depauperamento del paesaggio in nome di una finta transizione ecologica. Alleghiamo di seguito il comunicato stampa che abbiamo ricevuto, in calce al documento potrete scaricare il documento dal titolo “Risoluzione fotovoltaico e inceneritori”

A conclusione di una serie di incontri, una larga rappresentanza dell’associazionismo siciliano ha approvato una Risoluzione dal titolo “Per la diffusione della produzione di energia in Sicilia da impianti fotovoltaici nel rispetto del Paesaggio, dei Territori, delle Comunità. Per la salvaguardia dell’Economia Circolare in Sicilia”. Il Paesaggio è tutelato dalla Costituzione italiana, dove è presente fra i principi immodificabili della Repubblica, eppure mai come oggi in Sicilia esso risulta aggredito ovunque, che si tratti di Paesaggio costiero, urbano, rurale. Per quanto riguarda in particolare quest’ultimo, il ritardo e le omissioni della Regione Siciliana nell’adozione del Piano Energetico stanno creando una inaccettabile e pericolosa contrapposizione fra il Paesaggio e la produzione di rinnovabili, in particolare quella derivata da quel fotovoltaico industriale che sovvertendo la pur chiara normativa vigente viene in maniera sconsiderata denominato “agrivoltaico”.
Poiché nell’Isola sono stati censiti i luoghi idonei alla collocazione di tali impianti, così come grazie al Piano Paesistico Regionale sono state indicate le aree non idonee e le relative zone di salvaguardia, il sospetto diviene certezza ed è che il silenzio della Regione Siciliana finisca per favorire l’assalto speculativo dei terreni agricoli lasciati pretestuosamente al di fuori di ogni regola e tutela. Inoltre, un inaccettabile equivoco posto alla base di alcune norme porta alla elusione del cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli che vengono utilizzati per la produzione industriale di energia elettrica, elusione che comporta l’aggiramento delle procedure di partecipazione popolare voluta dalla Convenzione di Aarhus e ratificata nel nostro Paese con legge 108 /2001. 
La cittadinanza attiva siciliana riunita in numerose assemblee si è sempre espressa con chiarezza a favore del fotovoltaico ed è convinta che la piena utilizzazione non solo dei tetti ma delle coperture di ogni tipo e delle aree ritenute idonee, l’istituzione di task force per la diffusione delle comunità energetiche e per lo scambio dell’energia prodotta nelle aree rurali, lo sviluppo dei sistemi di risparmio e di efficientamento, il sostegno ad una ricerca libera da condizionamenti sono tutte azioni che porteranno verso la collocazione regolata degli impianti fotovoltaici e l’indispensabile abbandono della civiltà del petrolio.
La Regione Siciliana ha preteso l’esclusiva sui Beni culturali e paesaggistici, ora li difenda dalla ulteriore colonizzazione.
Un appello per la moratoria delle autorizzazioni agli impianti fotovoltaici e agli inceneritori, entrambi frutti avvelenati di una colonizzazione che si nutre di pretestuose aggressioni al territorio e di false emergenze coltivate per almeno vent’anni, sarà destinato alle forze sane dell’Assemblea Regionale Siciliana affinché con un sussulto di orgoglio blocchino gli inceneritori evitando il perpetuarsi del furto della salute, Health grabbing, patito dagli anni ‘60 con gli insediamenti industriali connessi ai petrolchimici, e sospenda le autorizzazioni agli impianti fotovoltaici industriali sino all’adozione del Piano Energetico Regionale,  scongiurando il Landscape grabbing, quel  furto del Paesaggio che determinerebbe lo straniamento delle popolazioni, l’abbandono irreversibile dei luoghi, un pernicioso contrasto alle rinnovabili.
ADESIONI: Rete dei Comitati Territoriali Siciliani; Patto per la Partecipazione Beni Comuni Area Vasta; Sezione Val di Noto di Italia Nostra; Generazioni Future Sicilia; Il Blog di Scicli; Decontaminazione Sicilia; Centro Studi Ibleo; Comitato Promotore del Parco Nazionale dei Monti Iblei; La Ragna-Tela; Sunia Sicilia; Comitati Cittadini Ennesi; Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie Catania; Liberacittadinanza Acireale; Asia USB Catania; Federazioni del sociale Catania; Collettivo ecologia politica Palermo; Collettivo ecologia politica Messina; Collettivo ecologia politica Catania; Antudo; La Rete Nazionale Mamme da Nord a Sud; Comitati per la salute – Sicilia; Rete  L’Isola che c’è; Rete Beni Comuni Sicilia Simenza.
 



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